Il Consiglio federale intende tagliare i fondi federali destinati alla promozione delle competenze di base degli adulti e alle prestazioni delle organizzazioni nel settore della formazione continua. In un articolo pubblicato sulla NZZ, la presidente della FSEA Tiana Moser spiega perché questa decisione è controproducente.
Testo: Tiana Moser (NZZ)
In Svizzera, 1,6 milioni di persone hanno difficoltà con competenze di base come la lettura, la scrittura o le competenze informatiche di base. È quanto emerge dallo studio PIAAC dell’OCSE pubblicato nel dicembre 2024. Si tratta di un dato preoccupante, soprattutto in un periodo di cambiamenti in cui è più importante che mai rimanere aggiornati e stare al passo con i rapidi mutamenti. La formazione continua svolge un ruolo centrale, fornendo opportunità per sviluppare competenze, aggiornarsi e crescere personalmente.
Tuttavia, il Consiglio federale prevede tagli massicci alla formazione continua nel «pacchetto di sgravi 27». Intende infatti eliminare i fondi federali destinati alla promozione delle competenze di base degli adulti e alle prestazioni delle organizzazioni nel settore della formazione continua.
La realtà viene ignorata
Il Consiglio federale stesso ha recentemente constatato quanto sia dannoso risparmiare sulla formazione continua: nel messaggio sulla promozione della formazione, della ricerca e dell’innovazione (Messaggio ERI 2025-2028), ha definito la formazione continua una priorità strategica per affrontare, ad esempio, la carenza di personale qualificato e la trasformazione digitale. Ha persino proposto al Parlamento di aumentare i fondi per la promozione in questo settore, poiché misure di risparmio farebbero aumentare i costi dell’assicurazione contro la disoccupazione e dell’assistenza sociale. Il Parlamento ha accolto la proposta. Meno di un mese dopo è però arrivata la svolta, senza una chiara motivazione o un’analisi delle possibili conseguenze.
Chi sostiene che in Svizzera il mercato della formazione continua funzioni bene, ignora una parte della realtà: il mercato raggiunge infatti soprattutto le persone altamente qualificate. Queste seguono corsi di formazione continua cinque volte più spesso rispetto alle persone poco qualificate: in nessun altro paese europeo questa differenza è così marcata. Ciò significa che in Svizzera moltissimi adulti hanno urgente bisogno di formazione continua. Rispetto al crescente fabbisogno, il numero di coloro che seguono una formazione continua è troppo esiguo.
Mentre per le persone con un passato migratorio esistono programmi di formazione continua nell’ambito delle misure di integrazione, le misure basate sulla legge sulla formazione continua coprono il fabbisogno dei cittadini svizzeri poco qualificati. Proprio queste misure rischiano ora di essere abolite.
Dal 2017, con il sostegno della Confederazione e in collaborazione con le associazioni mantello della formazione continua, i Cantoni hanno creato con successo offerte e strutture che consentono agli adulti di migliorare le proprie competenze di base. I progetti di buoni di formazione continua in diversi Cantoni dimostrano chiaramente quanto sia elevato il bisogno di offerte formative nel settore delle competenze di base.
Si teme un drastico ridimensionamento
Se il finanziamento federale venisse a mancare, la maggior parte dei Cantoni si troverebbe costretto a interrompere anche il proprio impegno, il che comporterebbe una riduzione diretta delle offerte di formazione continua. Ciò avrebbe conseguenze drammatiche. Da un lato, dal punto di vista economico e aziendale: oggi non esistono praticamente più lavori in cui non siano necessarie competenze di base. I requisiti sono sempre più elevati e il diffondersi dell’intelligenza artificiale rende le competenze di base ancora più importanti.
D’altra parte, da un punto di vista individuale: i corsi finanziati da Confederazione e Cantoni sono destinati a persone che hanno difficoltà a permettersi la formazione continua e che non sono sostenute dai programmi di promozione dell’integrazione o dall’assicurazione contro la disoccupazione. Molti adulti con competenze di base insufficienti avranno drasticamente meno possibilità di colmare le loro lacune.
I costi di questi tagli saranno molto elevati, sia dal punto di vista economico che sociale. Si tratterebbe di un autogol: le misure di risparmio previste smantellano una politica di formazione continua tanto necessaria quanto efficace, privano molti concittadini di un futuro professionale e personale migliore e danneggiano quindi anche l’economia svizzera. Non possiamo permetterci un tale risparmio nella formazione continua.
Tiana Moser è presidente della Federazione svizzera per la formazione continua (FSEA) e consigliera agli Stati di Zurigo.
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