Da dieci giorni è in vigore l’obbligo generale di indossare la mascherina nei corsi di formazione continua. Oggi il Consiglio federale ha ulteriormente inasprito le misure per il contenimento del diffondersi del coronavirus e ha introdotto nuovamente il divieto dei corsi in presenza dal 2 novembre. Ciò ha gravi conseguenze economiche per il settore della formazione continua.
Nell’ambito delle nuove misure di lotta contro la pandemia di coronavirus, il Consiglio federale il 28 ottobre ha introdotto, a partire dal 2 novembre, il divieto dell’insegnamento presenziale negli istituti di formazione continua.
Il divieto non si applica alle attività didattiche che sono “sono una componente indispensabile di un corso di formazione e per lo svolgimento delle quali è richiesta la presenza sul posto”. La FSEA sta attualmente chiarendo con le autorità federali competenti come interpretare l’esenzione nel contesto della formazione continua.
Sono possibili le lezioni individuali
Il rinnovato divieto di erogare corsi in presenza è un duro colpo per il settore della formazione continua. L’indagine sugli enti di formazione condotta dalla FSEA in estate ha mostrato che il settore prevede un calo del fatturato di quasi il 30% nel 2020. In vista del rinnovato divieto di lezioni in presenza, le perdite saranno ora ancora maggiori.
La FSEA lavorerà alacremente con la Confederazione per garantire che le conseguenze economiche per il settore della formazione continua siano mitigate. Ciò comprende l’assistenza diretta agli enti di formazione continua, la ripresa immediata dell’indennità di perdita di guadagno per i lavoratori indipendenti nel settore della formazione continua e misure per promuovere la partecipazione alla formazione continua.
La FSEA sostiene gli enti di formazione continua nell’adattamento della loro offerta all’insegnamento digitale.