Dati PIAAC: dove c’è bisogno di intervento


Cosa significa che il 30% della popolazione residente in Svizzera ha difficoltà con le competenze di base? E che cosa bisogna fare a riguardo? La FSEA ha risposto alle domande più importanti sui numeri forniti dall’indagine PIAAC e le ha contestualizzate.

Risposte: Cäcilia Märki e Helen Buchs

I dati PIAAC sono i dati più importanti sulle competenze di base in Svizzera dal 2006. Perché non ci sono altre indagini a riguardo?
La Svizzera non ha partecipato all’indagine PIAAC del 2011. L’OCSE raccoglie i dati sugli adulti a intervalli regolari, e i diversi Paesi possono partecipare o meno. Le misurazioni delle competenze sono molto complesse, e i costi sono quindi considerevoli.

Quali sono le principali conclusioni che emergono dai dati PIAAC?
Le conclusioni del primo rapporto dell’UST non sono sorprendenti, eppure impressionanti: il 30% della popolazione stabilmente residente in Svizzera ha difficoltà con almeno una delle tre competenze misurate. Il 57% degli adulti con un titolo di livello secondario II ha competenze di lettura a livello 1 o inferiore. Spiccano un’elevata disparità e una forte influenza di fattori socioeconomici, come il livello di istruzione dei genitori. È altresì interessante osservare che le competenze delle persone più anziane, a un livello di istruzione comparabile, sono inferiori rispetto a quelle dei più giovani. Tuttavia, disponendo di un’unica indagine, non è chiaro se si tratti di un effetto legato all’età o a una differenza generazionale. I dati internazionali suggeriscono che entrambi i fattori giocano un ruolo in merito.

Per analisi più dettagliate, occorre attendere i due rapporti la cui pubblicazione è prevista per l’autunno 2025. Il primo rapporto esaminerà la relazione tra la condizione occupazionale e le caratteristiche dell’attività lavorativa esercitata e le competenze; il secondo rapporto sarà dedicato alle persone con scarse competenze di base: chi sono, che cosa fanno e come partecipano alla società e alla formazione continua.

Come si posiziona la Svizzera nel confronto internazionale?
I valori medi delle competenze in Svizzera sono significativamente superiori alla media dell’OCSE in tutti i settori. A livello internazionale, Finlandia, Giappone, Svezia, Norvegia e Paesi Bassi raggiungono i valori più alti in tutti e tre gli ambiti esaminati. Tuttavia, la Svizzera presenta un divario particolarmente marcato tra gli adulti con un titolo di livello accademico e quelli con una formazione inferiore al livello secondario II, così come tra persone con genitori altamente o poco istruiti. Queste differenze legate al livello di istruzione della famiglia e all’origine sociale offuscano i valori medi, per il resto relativamente elevati, della Svizzera.

Negli ultimi dieci anni, pochi Paesi hanno registrato sviluppi positivi: nella maggior parte dei casi i valori sono rimasti stabili o sono addirittura diminuiti. Ciò ha sorpreso anche il direttore del dipartimento Education dell’OCSE, Andreas Schleicher. A suo avviso, questo fenomeno non può essere spiegato né con la migrazione né con l’invecchiamento della popolazione nei Paesi OCSE, ed è semmai un segnale di una “crescente disparità sociale” e di un “divario di prestazioni”. In altre parole, il divario tra le persone con i migliori e quelle con i peggiori risultati si è ampliato. In particolare ciò è dovuto al fatto che i valori di competenza del 10% della popolazione con le prestazioni più basse sono ulteriormente diminuiti.

Le competenze di base in Svizzera sono migliorate o peggiorate negli ultimi 20 anni?
Non è possibile rispondere a questa domanda sulla base dei dati disponibili, poiché i risultati dello studio ALL del 2006 e quelli dello studio PIAAC del 2023 non sono comparabili. Nella maggior parte dei Paesi che hanno già partecipato in passato alle rilevazioni PIAAC, si osserva un peggioramento. Anche nelle rilevazioni PISA, il corrispettivo di PIAAC per la scuola, questa tendenza è evidente anche in Svizzera.

Come interpretare i risultati?
I dati indicano che bassi livelli di competenza in lettura, scrittura e risoluzione di problemi, lungi dal rappresentare un fenomeno marginale trascurabile, riguardano una parte significativa della popolazione. Per questo motivo, la promozione delle competenze è un compito essenziale. Oltre a ciò, è necessario focalizzarsi in particolar modo sulle competenze di base, rispetto alle quali esiste in Svizzera un’elevata disparità. Se le persone con livelli di competenza più bassi vengono trascurate, in futuro ciò non influenzerà negativamente solo la media delle misurazioni, ma porterà anche a un’esclusione di ampie fasce della popolazione. Per quanto riguarda il livello medio delle competenze, la loro costante promozione tra gli adulti è necessaria per mantenerle a un buon livello e contrastarne il deterioramento nel tempo. Infatti, in primo luogo, le competenze tendono a diminuire con l’età; in secondo luogo, le misurazioni internazionali hanno dimostrato che è lecito attendersi un peggioramento in futuro.

I dati PIAAC confermano quanto la promozione delle competenze di base nell’ambito della Legge sulla formazione continua (LFCo) sia necessaria. Essi dimostrano inoltre che l’aumento dei fondi da parte del Parlamento da 42 a 59 milioni per il periodo di promozione 2025-2028 è giustificato, e che gli sforzi compiuti finora dalla Confederazione, dai Cantoni, dalla CII e dalle organizzazioni della formazione continua dall’entrata in vigore della LFCo nel 2017 vanno nella giusta direzione.

Dove è necessario intervenire?
I dati PIAAC dimostrano che la Svizzera dovrebbe investire maggiormente nel raggiungimento dei gruppi target e nello sviluppo dell’offerta, nonché dare priorità alla promozione delle competenze di base in tutte le leggi speciali. Anche il coordinamento tra le strutture di finanziamento e il lavoro in rete dovrebbero essere migliorati. Oltre a ciò, gli sforzi per favorire l’accesso a un titolo professionale per gli adulti dovrebbero essere intensificati, in particolare nei settori con prospettive future, in maniera analoga al pretirocinio d’integrazione (PTI). Per promuovere i percorsi formativi e di apprendimento fino al conseguimento di un titolo riconosciuto sono centrali i corsi di competenze di base preliminari o di accompagnamento.

Inoltre, le strategie di comunicazione rivolte alle persone di madrelingua sono migliorabili, in particolare attraverso le aziende e le associazioni di settore. Di conseguenza, occorre ampliare offerte di formazione in competenze di base a livello regionale e che siano di facile accesso in collaborazione con gli attori locali (centri di comunità, associazioni, spazi di scrittura e apprendimento, associazioni e strutture per anziani, ecc.).

La promozione delle competenze di base nel contesto delle misure contro la disoccupazione (misure di politica del mercato del lavoro, misure di integrazione professionale) e la sensibilizzazione degli URC a riguardo possono essere ulteriormente rafforzate. Rispetto a un rapido reinserimento delle persone nel mercato del lavoro, la promozione delle loro competenze di base deve essere prioritaria.

Anche i datori di lavoro e le associazioni di settore possono essere maggiormente sensibilizzati, in particolare riguardo alla promozione delle competenze di base sul posto di lavoro, per esempio nell’ambito del programma di promozione “Semplicemente meglio!… al lavoro” nonché della promozione linguistica specifica per settore. Infine, il limite d’età di 65 anni per la partecipazione alle offerte sostenute dai Cantoni dovrebbe essere abolito.

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