I piani di risparmio della Confederazione nel settore della formazione continua sono stati il tema centrale della Giornata della politica della formazione continua organizzata dalla FSEA l’8 maggio. Sono state discusse diverse linee d’azione, tutte con una direzione chiara.
Pochi se lo sarebbero aspettato: il Consiglio federale vuole tagliare i fondi destinati alla formazione continua, dopo averla definita poco tempo fa nel messaggio ERI 2025-2028 una priorità strategica. Anche per il direttore della FSEA Bernhard Grämiger si è trattato di una sorpresa, come ha spiegato nella sua introduzione all’evento.
Tanto più che nel settembre 2024 il Parlamento aveva approvato il budget più alto mai assegnato alla formazione continua. Il motivo di questo cambiamento di rotta è il deficit strutturale pari a tre miliardi di franchi previsto dalla Confederazione a partire dal 2027, dovuto in gran parte all’aumento previsto delle spese per la previdenza per la vecchiaia e il finanziamento dell’esercito.
Grämiger ha affermato che con il suo pacchetto di misure di risparmio il Consiglio federale propone di fatto di tagliare la formazione continua per finanziare ulteriori spese militari e legate all’AVS. Ciò è inaccettabile.
“Al centro della nostra attenzione ancora a lungo”
Il direttore della FSEA ha delineato le tappe successive del processo decisionale: il termine per la consultazione è appena scaduto e il Consiglio federale dovrebbe presentare il pacchetto di misure definitive nel mese di settembre. Il dibattito parlamentare dovrebbe durare da dicembre 2025 ad aprile 2026. Un referendum sarebbe possibile nell’estate/autunno 2026. Il pacchetto di risparmio potrebbe quindi entrare in vigore al più presto nel gennaio 2027.
“Questi piani di risparmio continueranno a essere al centro della nostra attenzione per molto tempo”, ha concluso Grämiger. La FSEA impiegherà tutto il suo impegno politico per contrastarli.
“Gravi ripercussioni” sulle competenze di base
Benedikt Feldges, copresidente della Conferenza svizzera per la formazione continua (CSFC), ha poi discusso l’impatto dei piani di risparmio sulla promozione delle competenze di base degli adulti. In sintesi: gli sforzi e i risultati ottenuti in molti anni di lavoro sono a rischio. In molti Cantoni le strutture di promozione locali dovrebbero essere smantellate e le misure intercantonali non potrebbero essere portate avanti.
Feldges ha parlato di gravi ripercussioni sul territorio. Le misure di risparmio rappresenterebbero una «seria e duratura limitazione per l’intero settore della formazione» e comporterebbero costi conseguenti per miliardi di franchi.
Conseguenze per le organizzazioni di formazione continua e per la società
Caroline Meier Quevedo, membro di direzione FSEA e responsabile del segretariato in Romandia, ha illustrato l’impatto delle misure di risparmio sulle organizzazioni di formazione continua. Anche lei prevede conseguenze drastiche non solo per le organizzazioni senza scopo di lucro, ma soprattutto per i loro diversi gruppi target.
La formazione continua diventerebbe meno accessibile e inclusiva, gli ostacoli per i potenziali partecipanti aumenterebbero e la qualità diminuirebbe. Si temono inoltre ripercussioni negative sull’occupabilità.
Segnale fatale
Marcel Fierz, direttore della Conferenza svizzera dell’educazione all’ambiente, ha sottolineato che i temi della formazione e dell’ambiente meritano un impegno maggiore, non minore. Anche in questi settori, decine di migliaia di persone in Svizzera sarebbero colpite dai tagli. Anche la qualità e l’attrattiva dell’offerta diminuirebbero, cosa che Fierz ha definito “inaccettabile”.
Inoltre, si trasmetterebbe un segnale fatale: “l’istruzione e l’ambiente non sono poi così importanti”. Le misure di risparmio previste farebbero regredire lo sviluppo delle attività.
Tiana Moser si pronuncia a favore di un’ampia alleanza
Anche la neoeletta presidente della FSEA, Tiana Moser, ha criticato i piani di risparmio del Consiglio federale. Moser ritiene che il Consiglio federale abbia adottato un approccio insolito, adottando integralmente le proposte del gruppo di esperti Gaillard senza svolgere alcun lavoro di adattamento, nonostante queste non tenessero conto, ad esempio, della storia del dibattito sulla legge sulla formazione continua.
Moser ha inoltre sottolineato l’importanza di un’ampia alleanza in materia di politica della formazione continua per contrastare i piani di risparmio e l’importanza della formazione continua per la coesione sociale nel suo complesso.
Una chiara linea d’azione
Al termine dell’evento, Sandra Bissig, vicepresidente del Forum romand della FSEA, ha richiamato l’attenzione sull’alleanza contro i piani di risparmio della Confederazione nel settore della formazione continua, appena costituita dalla FSEA. I partner dell’alleanza sono reti nazionali e regionali nel campo della formazione continua e importanti organizzazioni nazionali come la CSIAS, la Caritas o la Società svizzera degli impiegati di commercio. Con una lettera aperta, l’alleanza esorta il Consiglio federale a rinunciare alle misure di risparmio nella formazione continua. Tutti gli attori della formazione continua possono sostenerla registrandosi online e dando così un segnale forte.
Il tenore dell’evento è stato chiaro, sia da parte dei relatori che dei partecipanti: i piani di risparmio della Confederazione nel settore della formazione continua sono pericolosi e occorre fare tutto il possibile affinché non diventino realtà.
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