Un gruppo di esperti ha presentato al Consiglio federale un insieme di possibili misure di risparmio per risanare il bilancio della Confederazione. Tra le altre cose si propone di abrogare la Legge federale sulla formazione continua (LFCo). Matthias Aebischer, presidente della FSEA, ritiene la proposta completamente sconnessa dalla realtà da un punto di vista economico e di politica democratica: “Chi pensa di abolire la Legge sulla formazione continua in tempi di carenza di specialisti e manodopera qualificata e di rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale agisce in modo del tutto irresponsabile”.
La Confederazione deve risparmiare. Ma dove? Il 5 settembre, un gruppo di esperti guidato dall’ex Direttore dell’Amministrazione federale delle finanze, Serge Gaillard, ha presentato un rapporto al Consiglio federale, delineando possibili misure con un potenziale di risparmio di quattro-cinque miliardi di franchi.
Accanto a misure di riduzione dei costi nei settori dei trasporti, dell’asilo e della politica climatica, il gruppo propone anche tagli nel settore dell’istruzione. Tra le altre cose, il gruppo raccomanda di abolire la Legge sulla formazione continua, risparmiando così 19 milioni di franchi svizzeri all’anno.
Il gruppo ritiene la misura giustificata, da un lato, dal fatto che il mercato della formazione continua funziona già bene e dall’altro in quanto ritiene che i Cantoni abbiano la responsabilità per quanto riguarda l’acquisizione e il mantenimento delle competenze di base degli adulti.
La FSEA è sconcertata
La FSEA è stupita e sconcertata. La Legge federale sulla formazione continua (LFCo) è entrata in vigore nel 2017, sulla base di un ampio consenso politico, dopo vari anni di lavoro e di sviluppo ed è una pietra miliare della politica della formazione. La Legge posiziona la formazione continua all’interno del sistema educativo e ne stabilisce i principi. Fornisce, inoltre, le basi per la promozione delle competenze di base degli adulti basandosi sul partenariato tra la Confederazione e i Cantoni. Sulla base della Legge, negli ultimi anni sono state definite e implementate con successo urgenti strutture di sostegno. La Legge consente anche l’implementazione di servizi rilevanti per il sistema della formazione continua nelle are dell’informazione, del coordinamento e della garanzia della qualità.
“In termini di politica della formazione la proposta è un segnale pericoloso” afferma il presidente FSEA Matthias Aebischer. “Gli attuali sviluppi in ambito sociale ed economico aumentano in modo significativo la necessità di formazione continua. La carenza di lavoratrici e lavoratori qualificati, i rapidi sviluppi nell’ambito dell’intelligenza artificiale e le necessità di agire in modo sostenibile stanno facendo sempre più aumentare il numero di competenze che gli adulti devono padroneggiare. Allo stesso tempo, la partecipazione alla formazione continua rimane ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici. Anche la disparità nella partecipazione alla formazione continua tra le persone altamente e quelle poco qualificate è aumentata in modo significativo. La promozione della formazione continua è quindi una priorità della politica educativa. Chi pensa di abolire la Legge sulla formazione continua in tempi di carenza di specialisti e manodopera qualificata e di rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale agisce in modo del tutto irresponsabile”.
La FSEA ritiene la proposta del gruppo di esperti un passo nella direzione sbagliata ed esorta il Consiglio federale a non accettarla.