Gli standard e i marchi di qualità non si limitano a rappresentare lo status quo di un’istituzione, ma incoraggiano anche la riflessione e lo sviluppo continuo e promuovono la flessibilità, come spiega Sébastien Junod, responsabile del settore formazione presso l’Associazione Svizzera per Sistemi di Qualità e di Management (SQS).
Interview: Claudia Furger (SQS)
In che modo standard come eduQua o IN-Qualis contribuiscono al miglioramento continuo delle istituzioni che si occupano di formazione e integrazione lavorativa?
Incoraggiando le organizzazioni a mettersi regolarmente in discussione in modo autocritico. Cosa funziona già bene? Dove c’è ancora margine di miglioramento? Attraverso audit e feedback strutturati, i potenziali di ottimizzazione nei processi, nei metodi e nelle offerte diventano visibili. Dalla mia esperienza, questo momento di autoriflessione a livello dell’intera organizzazione è particolarmente prezioso perché rafforza la capacità di imparare sia dai successi che dagli insuccessi. In questo modo, la qualità non solo viene mantenuta, ma anche ulteriormente sviluppata.
Quali cambiamenti a lungo termine possono generare questi standard?
Tali standard contribuiscono alla creazione e al consolidamento di una vera e propria cultura della qualità. Aiutano infatti a sviluppare una comprensione comune di cosa significhi lavorare bene, a livello dirigenziale, all’interno dei team e nella collaborazione con i e le partecipanti. Una cultura di questo tipo rafforza la capacità di apprendimento dell’organizzazione: consente di affrontare attivamente i cambiamenti, di mantenere gli obiettivi ben chiari e di rispondere con flessibilità alle nuove esigenze. Ritengo particolarmente importante che questa riflessione non si concentri solo sulle debolezze, ma serva anche a rendere visibili i punti di forza e a svilupparli in modo mirato. Chi conosce i propri punti di forza può valorizzarli e crescere ulteriormente.
Quali sfide devono affrontare le istituzioni nell’attuazione di tali standard e come possono essere superate?
Una sfida centrale consiste spesso nell’adattare i processi interni ai requisiti degli standard, in particolare per quanto riguarda la documentazione e la dimostrazione della qualità. All’inizio questo può sembrare complicato o addirittura burocratico. Tuttavia, con una comunicazione chiara all’interno del team, una buona pianificazione e, se necessario, il supporto di esperti, questo processo può essere affrontato con successo. È importante non considerare il processo di certificazione come un obbligo, ma come un’opportunità di crescita. Proprio nella fase di preparazione dell’audit si crea un prezioso momento di riflessione: cosa funziona bene? Cosa vogliamo cambiare? Cosa abbiamo imparato? Se si intende la qualità come qualcosa che nasce dall’apprendimento quotidiano, lo standard diventa uno strumento utile e non un peso.
Questo testo è stato redatto dall’Associazione Svizzera per Sistemi di Qualità e di Management (SQS).