Sulla base dei dati PIAAC, l’OCSE ha pubblicato uno studio sulla partecipazione alla formazione continua. Conclusione: la partecipazione non rispecchia le attuali richieste in materia di qualificazione, le offerte sono a breve termine e non raggiungono coloro che ne avrebbero più bisogno.
Il rapporto pubblicato l’8 luglio «Trends in Adult Learning: New Date form the 2023 Survey of Adult Skills» valuta la situazione della formazione degli adulti nei Paesi dell’OCSE ed esamina le tendenze relative ai tassi di partecipazione e alla struttura dell’offerta nella formazione degli adulti, basandosi sui dati PIAAC.
Il rapporto rileva quanto segue:
La partecipazione alla formazione degli adulti è stagnante
Nonostante gli sforzi profusi per migliorare l’accesso e raggiungere obiettivi comuni, la partecipazione alla formazione degli adulti varia notevolmente da un paese all’altro. In media, circa il 40 % degli adulti nei Paesi dell’OCSE partecipa ogni anno ad attività di formazione, con percentuali nazionali che variano dal 58 % in Finlandia e Norvegia al 13 % in Corea. I Paesi anglofoni e nordici tendono ad avere i tassi di partecipazione più elevati. In molti paesi, tuttavia, la partecipazione sembra in calo, il che rappresenta una tendenza preoccupante dato il ruolo fondamentale giocato dalla formazione nell’adattarsi ai cambiamenti economici e tecnologici. Solo in Irlanda e in Estonia la partecipazione alla formazione egli adulti è aumentata in modo significativo, di circa 5 punti percentuali, grazie alla crescente partecipazione ad attività ei formazione non formali legate al lavoro. In paesi come la Corea e Israele, invece, si registra un calo significativo. Sebbene permangano delle differenze nella partecipazione dei vari gruppi socioeconomici, alcune di esse si stanno riducendo, non perché i gruppi svantaggiati partecipano di più, ma perché il calo è più marcato tra coloro che in passato erano in testa alla classifica della partecipazione, ovvero: gli uomini, i lavoratori con redditi più elevati e i lavoratori altamente qualificati in professioni qualificate. Ad esempio, il divario di genere si è praticamente azzerato a causa di un calo più marcato tra gli uomini che tra le donne. Questi cambiamenti evidenziano una tendenza preoccupante: anche se le differenze si riducono, la partecipazione complessiva diminuisce. Ciò rafforza la necessità di misure mirate per eliminare gli ostacoli strutturali e migliorare l’accesso a coloro che ne trarrebbero i maggiori benefici. Nei paesi in cui la partecipazione alla formazione degli adulti è in calo, anche il tasso medio di alfabetizzazione tende a diminuire. Sebbene non sia possibile stabilire un nesso causale, questa relazione evidenzia un problema più generale: l’accesso limitato all’istruzione può compromettere la capacità degli adulti di mantenere e sviluppare le propriw capacità di elaborazione delle informazioni; mentre, allo stesso tempo, scarse capacità di elaborazione delle informazioni possono costituire un ostacolo all’ulteriore apprendimento. Nel loro insieme, queste tendenze potrebbero indicare un circolo vizioso che potrebbe portare nel tempo a una perdita di qualifiche.
Prevalgono corsi di breve durata e orientati alla compliance
L’istruzione formale svolge un ruolo sempre meno importante nella formazione degli adulti. In media, nei paesi dell’OCSE solo l’8% degli adulti partecipa a programmi di formazione formali e la partecipazione è diminuita di oltre due punti percentuali nel periodo di riferimento. Al contrario, con una partecipazione media del 37%, l’apprendimento non formale collegato al lavoro rimane diffuso. In generale anche l’apprendimento non formale ha registrato un leggero calo (circa 3 punti percentuali) ma, questa tendenza, non è osservabile ovunque. Cinque paesi o economie (Inghilterra [Regno Unito], Estonia, regione fiamminga del Belgio, Irlanda e Italia) registrano un aumento statisticamente significativo dell’apprendimento non formale collegato al lavoro. È interessante notare che i paesi che ottengono buoni risultati in un tipo di formazione tendono ad ottenere buoni risultati anche nell’altro, il che indica che entrambe le forme sono sostenute da sistemi di formazione degli adulti solidi e ben sviluppati. Ad esempio, la Finlandia, la Norvegia e gli Stati Uniti, paesi in cui più della metà degli adulti ha partecipato ad attività di formazione professionale non formale nei dodici mesi precedenti l’indagine, registrano anche tassi di partecipazione alla formazione formale superiori alla media. Tra gli adulti che seguono una formazione formale predominano le qualifiche terziarie. In media, il 65% dell’istruzione formale degli adulti si svolge a livello terziario, con una percentuale che varia dal 90% in Italia e nella Repubblica Ceca (Cechia) a meno del 40% in Canada. In alcuni paesi, la maggior parte della formazione formale degli adulti è orientata al conseguimento di titoli post-secondari (ad esempio Canada, Stati Uniti), mentre in altri paesi si tratta principalmente di altre offerte formative per adulti (ad esempio Inghilterra, Francia, Spagna). La formazione in materia di salute e sicurezza è la forma più comune di istruzione non formale legata al lavoro (18% di tutte le misure formative in questa categoria). Sebbene indispensabile, la sua predominanza, in particolare nei Paesi in cui rappresenta un quarto o più dell’apprendimento complessivo (Finlandia, Irlanda, Italia, Norvegia, Repubblica Slovacca), suggerisce che una percentuale ancora minore della formazione è dedicata alla riqualificazione e all’aggiornamento professionale orientatato a rispondere alle esigenze del mercato del lavoro in rapida evoluzione. Gran parte dell’apprendimento professionale non formale consiste in attività di brevissima durata. Circa il 42% delle attività di apprendimento professionale non formale dura un giorno o meno, mentre un altro 40% dura da un giorno a una settimana. Sebbene i formati brevi favoriscano la partecipazione, un’eccessiva dipendenza da essi può limitare il potenziale di una riqualificazione più in profondità e/o trasformativa. Percorsi di formazione modulari e qualifiche cumulabili possono contribuire a far sì che anche corsi di breve durata portino nel tempo a un significativo aumento delle competenze. Gli adulti disoccupati tendono a partecipare a corsi di formazione più lunghi. Mentre solo il 15% degli adulti occupati ha partecipato ad attività di formazione professionale non formale della durata superiore a una settimana, la percentuale è stata del 38% tra gli adulti disoccupati. Gli adulti disoccupati hanno meno vincoli di tempo, poiché non devono conciliare formazione e impegni professionali. Inoltre, le esigenze formative degli adulti occupati e disoccupati sono spesso diverse. Gli adulti occupati hanno generalmente bisogno di corsi brevi e mirati ad acquisire competenze specifiche da integrare nelle mansioni professionali correnti. Gli adulti disoccupati, invece, possono aver bisogno di una formazione più completa per sviluppare una gamma più ampia di competenze che li rendano più competitivi sul mercato del lavoro in modo da migliorare l’occupabilità.
Gli ostacoli alla formazione degli adulti continuano ad essere diffusi e distribuiti in modo diseguale
Il miglioramento delle prestazioni professionali e dell’occupabilità rimangono le motivazioni principali per l’apprendimento in età adulta. Queste motivazioni sono rimaste sostanzialmente invariate negli ultimi dieci anni. La maggior parte degli adulti ritiene, infatti, che la formazione continua sia utile. Quasi la metà dei discenti adulti valuta la propria formazione continua come molto utile e più di tre quarti la ritiene almeno moderatamente utile. Nei paesi in cui la formazione continua è percepita come più utile, la partecipazione tende ad essere più elevata. Ciononostante, mediamente la metà degli adulti nei paesi dell’OCSE non ha partecipato né desiderato partecipare a corsi di formazione per adulti nei dodici mesi precedenti l’indagine. Per coloro che desiderano partecipare ad attività di formazione, permangono difficoltà diffuse. Un adulto su quattro ha, infatti, incontrato ostacoli alla partecipazione alla formazione nei dodici mesi precedenti l’indagine. Le ragioni più frequentemente citate sono la mancanza di tempo, a causa di impegni professionali o familiari, e i costi. Queste difficoltà sono particolarmente gravi per alcuni gruppi. Le donne, i giovani e le persone con un livello di istruzione più elevato sono quelli che segnalano più spesso ostacoli. I datori di lavoro svolgono un ruolo fondamentale. La maggior parte della formazione continua si svolge sul posto di lavoro e durante l’orario di lavoro; il sostegno del datore di lavoro è uno dei fattori più importanti per la partecipazione. La percentuale di formazione degli adulti che si svolge durante l’orario di lavoro è aumentata nella maggior parte dei paesi rispetto al primo ciclo PIAAC, anche se solo in alcuni paesi in modo significativo. I partenariati tra governi e i vertici aziendali possono contribuire a migliorare l’accesso a offerte formative di qualità e pertinenti. La formazione continua favorisce anche l’adattamento della forza lavoro. Più della metà degli adulti che hanno cambiato lavoro negli ultimi tre anni dichiara di aver ricevuto una formazione continua per adattarsi. Il sostegno è particolarmente diffuso nei luoghi di lavoro che stanno attraversando una trasformazione tecnologica, ad esempio con l’introduzione di nuovi sistemi digitali.
È necessario un cambiamento di paradigma nelle politiche di formazione degli adulti
I sistemi di formazione degli adulti sono sotto pressione. Nonostante il riconoscimento diffuso della necessità di uno sviluppo delle competenze lungo tutto l’arco della vita, la partecipazione rimane bassa e distribuita in modo diseguale. Gli ostacoli economici e temporali continuano a escludere chi ne avrebbe più bisogno e gli investimenti pubblici rimangono fortemente concentrati sulla formazione iniziale. Troppo spesso la formazione continua è reattiva e si concentra sul mantenimento delle norme precostituite, piuttosto che fornire ai lavoratori competenze trasferibili anche ai compiti che dovranno affrontare in futuro. Per soddisfare le esigenze di un mercato del lavoro in rapida evoluzione, le politiche devono passare da soluzioni frammentate e a breve termine a strategie globali che integrino finanziamenti, impegno dei datori di lavoro e modelli di erogazione della formazione flessibili. Solo un programma di riforme coraggioso e sistemico può garantire che tutti gli adulti abbiano opportunità significative per sviluppare le competenze necessarie per una vita di successo.
La formazione degli adulti è in ritardo
Nel policy brief, l’OCSE approfondisce ulteriormente il tema e formula richieste concrete:
- L’istruzione degli adulti è in ritardo rispetto alla rapida evoluzione in materia di qualifiche. In un mondo caratterizzato dalla digitalizzazione, dall’invecchiamento della popolazione e dai cambiamenti ambientali, la formazionedegli adulti non riesce a tenere il passo. Ciò non solo rappresenta un’occasione persa per i singoli individui, ma mette anche a rischio intere economie, che rischiano di rimanere indietro nella corsa alla ricerca di talenti e alla crescita economica.
- Chi ha più bisogno di formazione è anche chi meno vi partecipa. Gli adulti con un basso livello di istruzione e di reddito e quelli che svolgono professioni poco qualificate partecipano con minor frequenza ad attività di formazione. Sebbene, a livello statistico, alcune lacune si siano ridotte, ciò è dovuto in gran parte a un calo della partecipazione dei gruppi tradizionalmente più coinvolti, come gli uomini, le persone con un elevato livello di istruzione e i lavoratori con redditi più elevati, e non a una maggiore partecipazione degli adulti svantaggiati. Ciò sottolinea quanto sia importante consentire a tutti, in particolare a coloro che, tradizionalmente, sono più distanti dall’apprendimento, di occuparsi dello sviluppo delle proprie competenze.
- La maggior parte dell’istruzione degli adulti non copre i fabbisogni: il 42% delle attività non formali dura in media solo un giorno o meno. I formati brevi possono migliorare l’accesso, in particolare per gli adulti che devono conciliare lavoro e famiglia, ma non sempre sono adatti a sostenere una riqualificazione professionale completa. Possono comunque essere efficaci per migliorare competenze specifiche, ad esempio nell’apprendimento di un nuovo strumento digitale o nella conoscenza di un materiale ecologico. Tuttavia, molte offerte si concentrano su temi come la salute e la sicurezza, piuttosto che sullo sviluppo di competenze orientate al futuro necessarie per la transizione ecologica e digitale. Senza una migliore integrazione delle offerte di formazione modulari nei percorsi qualificanti e collegamenti più chiari con i nuovi requisiti per la qualificazione, la formazione degli adulti potrebbe non essere in grado di sostenere adeguatamente la trasformazione a lungo termine del mondo del lavoro.
- La politica deve incoraggiare gli adulti ad assumersi maggiori responsabilità in merito al perché, cosa, come, dove e quando investono nella propria vita. Ciò richiede una profonda riorganizzazione dei sistemi di formazionedegli adulti che dovrebbero combinare incentivi finanziari, compensazione del tempo, percorsi formativi flessibili e una solida garanzia della qualità. Misure quali conti formativi individuali, congedi di studio e sovvenzioni devono essere potenziate e mirate in modo più specifico a coloro che attualmente ne beneficiano meno. Allo stesso tempo, informazioni in tempo reale sul mercato del lavoro e il riconoscimento delle esperienze d’apprendimento pregresse sono essenziali per garantire che la formazionedegli adulti porti a migliorare le carriere professionale e, in gnerale, e a una qualità di vita migliore.