L’ultimo numero della rivista “weiter bilden” è dedicato all’uso dell’IA nella formazione continua. In un’intervista, due ricercatrici sostengono che l’IA promuove la capacità di molti/e discenti di autodeterminarsi nel proprio processo di apprendimento. Inoltre, il grande potenziale dell’IA nella formazione continua risiede nel fatto che essa può essere utilizzata attraverso il semplice uso del linguaggio.
La rivista “weiter bilden”, pubblicata dall’Istituto tedesco per la formazione continua, dedica il suo ultimo numero all’intelligenza artificiale generativa nella formazione continua. L’edizione esplora le opportunità offerte dai modelli di IA generativa e il loro impatto sulla formazione (degli adulti).
La dott.ssa Anne Strauch e Susanne Lattke, ricercatrici presso l’Istituto tedesco per l’educazione degli adulti – Centro Leibniz per l’apprendimento permanente, descrivono l’uso dell’IA nella formazione degli adulti su tre livelli:
Livello macro: il sistema
- Qui l’IA può contribuire, ad esempio, a creare e gestire grandi banche dati sulla formazione continua, analizzare le tendenze e sviluppare programmi di sostegno mirati per gruppi svantaggiati.
Livello meso: le organizzazioni
- A questo livello, l’IA può automatizzare i processi amministrativi, che si tratti dell’iscrizione ai corsi, della comunicazione con i/le (potenziali) partecipanti o della consulenza formativa. Attività di routine come la redazione dei testi per i programmi o il reclutamento di docenti potrebbero così essere resi più efficienti ed economici.
Livello micro: gli individui
- A questo livello, l’attenzione è rivolta principalmente alla personalizzazione del processo di apprendimento: “I/le discenti possono ricevere contenuti e percorsi formativi su misura per le loro esigenze, che vengono analizzati e adattati dall’IA. Anche per i/le docenti, i sistemi di gestione dell’apprendimento basati sull’IA possono rappresentare un grande aiuto, poiché consentono, ad esempio, di monitorare i progressi dell’apprendimento e fornire feedback automatici”.
L’IA ha un forte impatto trasformativo
In un’intervista con la linguista Dr. Sonya Dase e la sociologa Christiane Carstensen, che collaborano in un think tank dedicato al futuro dell’apprendimento, del linguaggio e dell’IA, il tema centrale è posto sul linguaggio.
Secondo le due esperte, prima ancora di chiedersi quali competenze siano necessarie per utilizzare l’IA in modo sensato nella formazione degli adulti, bisogna riconoscere quanto profondamente essa stia trasformando questo ambito. Chi si affida esclusivamente a strumenti come ChatGPT per la progettazione di contenuti pedagogici corre il rischio di cadere molto rapidamente in visioni dell’educazione unidimensionali.
Questo perché l’IA non rappresenta i discorsi sull’educazione in modo neutrale, ma è profondamente condizionata da logiche tecnologiche come l’efficienza, la controllabilità e l’automazione. Inoltre, l’IA è in grado esclusivamente di riprodurre schemi già esistenti e si concentra principalmente sul “migliorare ciò che è sempre stato fatto o semplificare i processi”.
“Ciò che rende davvero innovativa l’IA per la formazione è il fatto che il suo strumento operativo è il linguaggio stesso. E questo, a nostro avviso, non viene ancora percepito a sufficienza”, afferma Carstensen nell’intervista. “Interrogo l’IA con il mio livello di conoscenza, il mio interesse cognitivo e il mio linguaggio naturale su un argomento o un’area di conoscenza”. L’IA si adatta all’utente e ha ormai acquisito un’elevata sensibilità al contesto.
Autodeterminazione grazie a un supporto sempre disponibile
Ciò porta a una grande autodeterminazione dei/delle discenti, che spesso non si considerano nemmeno come tali, ma sono piuttosto alla ricerca di soluzioni a problemi concreti. E, proprio per questo, spesso non partecipano più a offerte formative tradizionali.
L’intelligenza artificiale è vista come una fonte di informazioni e un’assistente disponibile sempre e ovunque, che presta piena attenzione all’utente e non giudica. Secondo Dase e Carstensen, ciò può rappresentare un vantaggio rispetto alle offerte formative tradizionali, soprattutto perché, ad esempio, la vergogna può essere un ostacolo importante.
Le esperte ritengono inoltre che l’IA possa indebolire l’attenzione verso i bisogni specifici dei destinatari della formazione continua e contribuire al superamento delle barriere linguistiche.
I testi completi sono disponibili qui (in tedesco).