Falk Scheidig

“Nelle innovazioni tecnologiche occorre vedere una chance piuttosto che una sfida”


Il monitoraggio settoriale FSEA ha dimostrato come il necessario miglioramento delle competenze dei formatori rappresenti una difficile sfida per gli enti di formazione. Falk Scheidig, professore per l’apprendimento permanente presso l’Università della Ruhr a Bochum, spiega come la digitalizzazione stia cambiando il settore della formazione continua e quali bisogni operativi ne derivino per le organizzazioni di formazione continua.

Intervista a cura di Saambavi Poopalapillai 

Professor Scheidig, lei afferma che la pandemia di coronavirus ha portato a un aumento delle competenze di tutto il personale della formazione. Ce lo può spiegare?
La pandemia ha dato a molte organizzazioni l’opportunità (seppure involontaria) di sperimentare offerte online. È stata un’opportunità di apprendimento inaspettata per lo stesso settore della formazione continua. Il personale ne ha approfittato in vari modi. Per esempio, i corsi sono stati tenuti tramite videoconferenze e piattaforme di apprendimento. Tuttavia, alcuni software hanno dovuto essere acquistati e configurati, e sia partecipanti sia formatori hanno spesso avuto bisogno di supporto per l’uso dei nuovi strumenti digitali. Oltre ai corsi, anche la collaborazione con gli enti di formazione e la consulenza ai (potenziali) partecipanti è avvenuta spesso a distanza e quindi tramite strumenti tecnologici. Di conseguenza, è stato necessario affrontare questioni legate all’hardware, al software e al loro utilizzo. Tuttavia, l’attenzione non si deve limitare alla sola conoscenza e all’uso competente della tecnologia. È necessario anche un approccio riflessivo agli sviluppi tecnologici, per esempio in merito alle implicazioni per l’apprendimento degli adulti, l’impatto socio-culturale sui destinatari della formazione continua e il ruolo dei formatori nei contesti di apprendimento digitale.

Il monitoraggio settoriale FSEA mostra come il necessario sviluppo delle competenze dei formatori rappresenti una sfida per gli enti di formazione continua. Dove vede necessità di intervento a riguardo?
Data la pluralità del settore, si può presumere che le esigenze istituzionali siano fra loro diverse. In generale, tuttavia, è possibile formulare un obiettivo di riferimento: le organizzazioni di formazione continua dovrebbero adoperarsi per consentire, sostenere e incoraggiare il proprio personale ad ampliare le proprie competenze in linea con le attuali prospettive di sviluppo. Ciò presuppone che esistano o vengano sviluppati programmi corrispondenti agli effettivi fabbisogni e che, oltre alle condizioni quadro necessarie per il loro utilizzo, esista – o venga rafforzata – la consapevolezza della loro rilevanza fra il personale stesso.

Oggi gli enti di formazione si trovano di fronte a una nuova sfida: l’intelligenza artificiale. In particolare, l’inserimento di strumenti di IA generativa in contesti di apprendimento e insegnamento porta con sé molte incertezze. Come sarà la prossima ondata di cambiamenti di competenze dovuta agli strumenti di IA?
Data la natura particolarmente dinamica degli sviluppi in corso, non è facile mantenere una visione d’insieme. In ogni caso, questi sviluppi tecnologici dovrebbero essere visti come un’opportunità piuttosto che come una sfida. Le possibilità offerte dagli strumenti di IA dovrebbero essere esplorate partendo dalla prospettiva che la digitalizzazione non è qualcosa che si subisce passivamente, bensì qualcosa che si può modellare e utilizzare. Tali strumenti potrebbero essere utilizzati, per esempio, per generare risorse di apprendimento – come la creazione di compiti o di video didattici a diversi livelli – ma anche come partner di apprendimento virtuale. I limiti e i rischi degli strumenti dell’IA generativa sono stati giustamente evidenziati. In ogni caso, il loro crescente utilizzo andrà probabilmente di pari passo con ulteriori sviluppi, come l’aumento delle loro prestazioni e l’espansione delle loro funzioni e delle loro possibili applicazioni. Per una valutazione delle possibilità degli strumenti di IA è tuttavia necessario confrontarsi con essi attivamente – e a questo riguardo ci si può avvalere di scambi con altre organizzazioni formative. Ciò può essere considerato come un requisito fondamentale del personale della formazione continua, in modo da seguire attentamente cambiamenti e nuovi sviluppi nonché per esaminarne il potenziale. Chi promuove e sostiene l’apprendimento degli adulti deve del resto sempre imparare in prima persona. Il settore della formazione continua è chiamato a stare al passo con questi sviluppi non soltanto perché ne è direttamente interessato, ma anche perché, fornendo offerte formative al passo con i tempi, apporta un importante contributo alla partecipazione sociale e professionale all’interno di ambienti di vita e di lavoro sempre più digitalizzati. Questo include non solo l’acquisizione di competenze nell’uso delle nuove tecnologie, ma anche una riflessione critica sulle loro conseguenze individuali e sociali.

A seguito della digitalizzazione della formazione continua, che comprende anche la cosiddetta learning analytics, stanno nascendo nuove opportunità. In che modo le organizzazioni di formazione continua possono trarre vantaggio dall’elaborazione di dati? 
L’impiego di dati può fornire informazioni rilevanti a vari livelli nel supporto agli allievi e nelle decisioni organizzative. Per esempio, i dati ricavati dalle piattaforme di apprendimento forniscono informazioni sui comportamenti di apprendimento che possono essere utilizzate per fornire un feedback individuale, per offrire un supporto basato sugli effettivi fabbisogni, per preparare risorse di apprendimento personalizzate o ancora per sviluppare ulteriormente l’ambiente e i contenuti di apprendimento. A un livello superiore, i dati possono aiutare a comprendere i comportamenti di partecipazione, per esempio identificando certi schemi relativamente alla frequenza dei corsi: quali gruppi di persone (non) vengono raggiunti con quali offerte? Con la crescente digitalizzazione del settore della formazione continua, la disponibilità di dati è peraltro destinata ad aumentare. Gli enti di formazione continua dovrebbero pertanto effettuare un “inventario” per verificare quali dati generano, quali elaborano e quale potenziale essi possiedono. Ciò può contribuire non soltanto all’analisi mirata dei dati per diversi scopi, ma anche ad aumentare la consapevolezza in merito alla loro importanza, alla loro protezione e alla loro sicurezza, nonché a promuoverne una gestione critica e competente.

I programmi di autoapprendimento e la digitalizzazione consentiranno e semplificheranno l’apprendimento autonomo. Avremo bisogno di sempre meno formatori?
La progettazione di ambienti di autoapprendimento per adulti può e deve essere vista anche come un’attività pedagogica. Ma a prescindere da questo: nel prossimo futuro gli ambienti di autoapprendimento non oltrepasseranno i consolidati programmi tradizionali. La scelta dei programmi formativi è una questione di adattamento individuale e situazionale. Gli sviluppi successivi alla pandemia di coronavirus suggeriscono che gli elementi digitali permeeranno sempre più l’apprendimento degli adulti, ma in molti casi integreranno e arricchiranno le offerte in presenza piuttosto che sostituirle. Il clamore suscitato dai MOOC (Massive Open Online Courses) negli anni 2010 si è spento in seguito al fatto, tra gli altri, che i tassi di conseguimento effettivo dei titoli non sono stati all’altezza delle aspettative, e ciò ha dimostrato come i programmi di autoapprendimento abbiano dei limiti. Sebbene consentano flessibilità in termini di tempo e spazio e possano essere più accessibili rispetto ai corsi analogici, essi richiedono infatti corrispondenti capacità di autoapprendimento. Inoltre, essi comportano spesso uno scarso contatto con gli altri allievi. I programmi digitali di autoapprendimento continuano a svilupparsi e potrebbero diventare sempre più importanti. Al momento non ci sono tuttavia indicazioni riguardo al fatto che possano sostituire su larga scala i programmi di formazione convenzionali. A quanto pare, nonostante le esperienze online fatte durante la pandemia di coronavirus (oppure proprio a causa di queste), molti adulti preferiscono programmi che si svolgono interamente o almeno parzialmente in presenza. Non ci sono quindi da aspettarsi riduzioni del personale della formazione continua. A causa della penetrazione e dell’espansione digitale dei programmi di formazione continua, c’è semmai da attendersi che le competenze digitali richieste al personale acquisiranno sempre più importanza – per esempio in merito a una combinazione di alta qualità di programmi in presenza e di elementi digitali o fasi online.

Spesso ci viene chiesta da più parti una valutazione sul futuro della formazione continua. Qual è la sua opinione a riguardo?
La formazione continua è sia un motore sia una conseguenza dei processi di cambiamento sociale. La velocità di tali processi è in aumento, e questo ci pone di fronte a molte sfide. Gli sviluppi sempre più dinamici in molte aree della vita alimentano i fabbisogni di apprendimento durante tutto il corso della vita. Nel mondo del lavoro, per esempio, la digitalizzazione sta portando a nuovi requisiti di competenze in tutti i settori – nonché a profili professionali talvolta mutevoli che richiedono qualifiche adattabili. Sia lo sviluppo a lungo termine della partecipazione alla formazione continua, sia il rinnovato aumento della domanda di formazione verificatasi una volta terminata la pandemia di coronavirus rafforzano la tesi che il settore della formazione continua sia in espansione. Si spera che ciò porti a una sua maggiore visibilità sociale, oltre che a finanziamenti e riconoscimenti pubblici. Tuttavia, è possibile che un numero ancora maggiore di aziende attive a livello internazionale entri nel mercato della formazione e intensifichi la competizione, in quanto il numero crescente di offerte online favorisce la de-localizzazione. È probabile che le organizzazioni di formazione continua debbano prendere decisioni strategiche in merito al loro posizionamento, soprattutto in considerazione della crescente differenziazione sia dei contenuti sia delle forme di erogazione (ibrida, mista, sincrona online, asincrona…). Lo sviluppo del settore richiede insomma che le organizzazioni di formazione continua possiedano corrispondenti capacità di sviluppo.

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